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Edward Snowden ed il mondo al contrario

privacyMentre il mondo grida allo scandalo causato delle occhiate indiscrete dell’ FBI nelle conversazioni telefoniche (forse), non ci si rende conto che lo stesso mondo ha già ampiamente e cristallinamente rinunciato alla tutela della propria privacy. Edward Snowden non è quindi, a mio modesto avviso, un paladino della libertà o, come la pressante campagna stampa in suo favore vorrebbe far credere, un prossimo martire per i diritti dell’uomo: è semplicemente un latore dell’ovvio e dello scontato, materia che diventa improvvisamente interessante solo perchè ammantata dall’alone di misteriosi complotti governativi.

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I dischi SSD si devono deframmentare ?

samsung-830-ssdLa tecnologia dei dischi allo stato solido SSD – Solid State Disk sta conoscendo un rapido sviluppo e, contemporaneamente, è sempre più frequente la domanda secondo la quale, per tenere sempre in massima performance il proprio computer, sia opportuno o meno eseguire le procedure di deframmentazione anche quando si monta un SSD.

La risposta a questa domanda è piuttosto semplice se si hanno ben chiare le differenze tra un disco allo stato solido ed un normale hard-disk. Una unità SSD è fondamentalmente una unità di memoria non volatile, come le flash RAM cards che si utilizzano nelle macchine fotografiche tanto per fare un esempio. La loro natura di accesso random alle informazioni le rende molto più veloci dei normali HD che invece accedono ai dati in modo sequenziale: questa caratteristica positiva è controbilanciata da un’altra, meno desiderabile, che spesso i produttori non evidenziano con l’opportuna enfasi e, soprattutto, gli acquirenti tendono a sottovalutare ovvero la il ciclo di vita dell’unità SSD.

Mentre, normalmente, per un normale HDD il ciclo di vita è misurato in ore di lavoro, per una unità SSD la vita utile si accorcia di un pochino ogni volta che vi si scrivono dei dati: esiste infatti un numero massimo di cicli di scrittura che un SSD, in base al modello ed al produttore, può sopportare. Se avete letto qualche test di performance delle unità disco a stato solido, avrete certamente notato che le velocità assolute decadono dopo che il disco è stato completamente riempito e quindi cancellato. Questa situazione invece non si verifica con i dischi magnetici HDD che vedono immutate nel tempo le loro prestazioni di read/write. Tutto questo porta ad un’altra considerazione riguardante l’affidabilità: se da un lato è vero che l’assenza di parti in movimento (specialmente le testine mobili) è un punto a favore, dall’altro bisogna considerare che le unità SSD, più sono sottoposte ad un carico di lavoro intenso, più rapidamente diventeranno inaffidabili.

E veniamo ora alla domanda sulla deframmentazione: quando si procede al defrag di un SSD si avvia un processo che genera una quantità enorme di scritture sull’unità che conseguentemente ne riducono molto rapidamente il ciclo di vita. Inoltre, dal momento che l’accesso ai dati non è sequenziale ma random, il fatto che un file sia spezzettato in centinaia di posizioni diverse piuttosto che in un unico blocco, non fa aumentare di una virgola le prestazioni.

La risposta quindi è NO: i dischi SSD non si dovrebbero deframmentare e se lo fate sappiate che siete stati voi ad accorciare la vita del vostro disco allo stato solido.

 


Virus Apple Mac : davvero è così sicuro ?

Anche la mela ha i vermiDa qualche giorno un fastidioso trojan ha iniziato a scorrazzare sui Mac di mezzo mondo. Con qualche affanno Apple ha rilasciato le necessarie patch per ovviare al problema ma ancora alto è il numero delle macchine infette. A questo si aggiunga che l’arci-noto Eugene Kaspersky (fondatore dell’omonima azienda) ha serenamente dichiarato che Apple è 10 anni indietro rispetto a Microsoft nell’implementazione di idonei sistemi di protezione.

A prescindere dalle guerre verbali che in genere si accendono su argomenti di questo tipo, si conferma fatto ineludibile che più una piattaforma software diventa popolare (e gli utenti della mela sono davvero aumentati parecchio in quest’ultimo anno), tanto più riceverà le attenzioni di hacker che cercheranno di violarne le protezioni per scopi illeciti.

Questa considerazione deve essere sempre tenuta bene a mente da qualsiasi utilizzatore di computer: Windows, Apple, Linux ecc.
Affidarsi ciecamente ad un ingiustificato senso di sicurezza  basato su luoghi comuni (“Il Mac non ha i virus”) può far danni e anche gravi. Gli utenti Windows vivono, certamente con rassegnazione, ma anche con abitudine consolidata, la periodica (giornaliera) ricezione di aggiornamenti sia del sistema operativo che dei vari software di protezione. Non allo stesso modo si comportano gli utenti Mac : ma credo dovranno iniziare presto.

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