Inaspettato come un fulmine a ciel sereno è arrivato, nella mia casella postale, l’annuncio: Scalix 12.0 è qui. E’ passato molto tempo ormai da quando ho avuto modo di scrivere il mio ultimo articolo su questo prodotto e le prospettive che si paravano d’innanzi all’epoca erano tutt’altro che rosee. Ora, forse, gli utenti che, complice anche una crisi economica importante, hanno tenuto duro, mantenendo in vita una vecchia istanza di Scalix e, rinunciando di conseguenza a molte funzionalità di ultima generazione, potranno tirare un sospiro di sollievo e preparasi ad un nuovo upgrade della loro piattaforma di messaggistica.
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A solo un giorno di distanza dal mio precedente articolo, arriva, tanto inattesa quanto desiderata, la notizia che SebringSoftware (sebringsoft.com) ha finalmente acquisito Scalix Corp (il ramo di Xandros proprietaria del software omonimo) per un totale di 12 milioni di dollari ovvero 5.66 volte i ricavi dichiarati del 2010.
Trascurando i dettagli dell’operazione finanziaria, i rappresentanti di entrambe le aziende (Andreas Typaldos per Xandros e Lief Andersen per SebringSoft) si sono dichiarati molto ottimisti sullo sviluppo futuro di Scalix e delle opportunità che questo può ancora offrire ad una clientela sempre alla ricerca di una valida alternativa ad Exchange.
Personalmente auguro ogni miglior fortuna a questa nuova joint-venture e davvero auspico di poter presto tornare a consigliare e ad implementare le installazioni Scalix.
A volte ritornano ….. ?
Un grande silenzio aleggia sulle sorti della piattaforma GroupWare proprietaria posseduta da Xandros. L’ultima versione stabile, la 11.4, è stata rilasciata nel maggio del 2008 ed ha beneficiato dell’ultima minor-fix (11.4.6) a fine 2009. Da allora nonostante le pressanti attese degli utenti e della community, nessun segno o impegno formale è pervenuto dall’azienda. Ma ancora più importante avrebbe potuto essere l’annuncio di una nuova partnership in grado di donare nuova vita a quello che, per un breve periodo ti tempo, è stato una valida alternativa a Microsoft Exchange.
La lettura del forum accessibile solo agli utenti registrati dipinge una situazione a dir poco devastante: gli utenti parlano apertamente del completo fallimento dell’azienda oltre a discutere, per lo più, sulle strategie per l’abbandono di questa piattaforma. Altrettanto sintomatico è il calo delle discussioni che lascia presagire come molti di più siano quelli che abbandonano Scalix in silenzio. Resistono anche quelli che cercano di discutere sulle possibili implementazioni di nuove funzionalità, forse illudendosi che il mantenimento in vita di una community possa essere recepita da Xandros come una possibilità di rinascita. Ma tutto ciò è mera utopia.
Sono passati quasi 18 mesi ed ancora non vi è la benchè minima traccia di Scalix 11.5, senza contare poi la totale assenza di aggiornamenti per i sistemi enterprise. Xandros, dal canto suo, ha cercato di minimizzare la situazione (a volte anche con messaggi fake da parte di utenti inventanti che millantavano la presenza di nuove versioni in fase avanzata di test e addirittura già presentate ad alcuni clienti chiave): in una recente intervista (28 giugno 2011) il vice presidente alle vendite EMEA di Xandros, Pascal Lauria, ha voluto rimarcare come Xandros non abbia alcuna intenzione di cedere Scalix e che gli sviluppi sono solo rallentati a causa dell’abbandono di due sviluppatori che sono passati a Zimbra. Lo stesso Lauria ha inoltre confermato che sono in corso trattative per trovare un nuovo investitore e che entro il terzo trimestre 2011 verrà rilasciata una nuova minor-release (11.4.7) per la sistemazione di alcuni bug e nel primo del 2012 è previsto il rilascio di Scalix 11.5 con nuove funzionalità. Non è dato sapere tuttavia se sarà presente la compatibiltà con Outlook 2010 che, al momento, è sicuramente il requisito maggiormente atteso dall’utenza.
Personalmente ritengo che le dichiarazioni di Lauria non siano sufficienti a mettere tranquilla una clientela che si sta assottigliando giorno dopo giorno: è troppo tardi e il già pessimo segnale di uno stop senza motivazioni palesi ed apertamente dichiarate sarà senz’altro tenuto in debito conto per il futuro