Ero molto incuriosito dai rumors che giravano intorno a Chrome OS, il nuovo sistema operativo di Google. Spinto dall’inesauribile entusiasmo che si accende attorno alle eccellenti campagne di marketing promosse da BigG … mi sono deciso a scaricarlo e a provarlo con l’ausilio di VirtualBox. Se volete provarci anche voi potete seguire le istruzioni descritte a questo link.
Purtroppo ne sono rimasto parzialmente deluso. E’ pur vero che la definizione di OS (Operating System – Sistema Operativo) va intesa con il significato di “strato software minimale che permette di avviare un computer affinchè gli applicativi installati possano operare” … però qui il minimale è davvero … minimo.
Più che di un sistema operativo si tratta di un “minimo sistema operativo per avviare Chrome”. In pratica con Chrome OS l’unica cosa che avrete sul pc è Chrome, il browser di Google, il quale farà da browser (appunto), da desktop, da file manager da gestore applicazioni ecc. sempre per il tramite (preferibilmente) delle applicazioni “live” offerte da Google.
Risultato ? Pronti a lavorare in 7 secondi (tempo promesso e mantenuto dall’accensione del pc ai primi input che potete dare) … ma … solo se siete connessi al web. Il che significa che se non disponete di una connessione Internet, quantomeno decente, praticamente con il pc non ci farete nulla. Tutto è prelevato e depositato sul Web: i tuoi documenti, i tuoi file, la tua posta (Gmail) ecc. ecc. Senza una connessione internet non potrete nemmeno fare il login iniziale.
Ma perchè deluso ? Perchè ho commesso un grave errore di valutazione. Ho pensato come Chrome OS potesse incontrare le MIE esigenze (che non sono certo un mostro ma nemmeno un utente basico) e non ho pensato invece, come ha fatto Google, a quelle che sono le esigenze del vasto pubblico.
Sicuramente c’è del buono in una impostazione del genere: assunto il fatto che la stragrande maggioranza del tempo passato da un utente medio domestico davanti al computer è trascorso su Internet, Chrome OS risolve tutte quelle “rotture” che l’utente mediamente non osserva per tenere in buono stato di efficienza il suo computer: aggiornamenti software, programmi di sicurezza, driver per dispositivi, filesystem corrotti o da deframmentare ecc. Il pc (con Chrome OS) non è più un apparato autonomo che all’occorrenza comunica via internet: la connessione internet diventa parte integrante del computer tanto quanto un hard disk o lo schermo stesso.
Bisogna dare atto a Google di essere coerente nel mantenimento costante di una linea di sviluppo: già con Wave ci hanno indicato la strada di una interconnessione tra media diversi e ora con Chrome OS il cerchio si chiude rendendo il web il vostro sistema operativo. Incontrare amici su Facebook, fare microblogging, consultare la posta, ascoltare musica, guardare i video su youtube, navigare il web per fare ricerche, comporre documenti o fogli elettronici … tutto è la fuori … nel mondo virtuale di internet. Il computer è ormai diventato un’appendice passiva di questo modello … una sorta di thin-client per internet. I “veri” pc (ferro + tanto software a bordo + tanta pazienza per tenere tutto in ordine) potranno essere facilmente relegati alla nicchia degli utilizzatori che “sviluppano” o che necessitano di performance particolari dettate da esigenze particolari (es. editing video, progettazione CAD, programmazione database ecc.)
Ma vista l’offerta sempre più alta, anche nel mondo delle aziende, di applicazioni erogate secondo paradigmi web, ovvero che non richiedono l’installazione di pesanti fat-client, disporre di macchine che deleghino sempre il meno possibile all’utenza non specialistica potrà essere un notevole beneficio in termini di manutenzioni.